mercoledì 14 ottobre 2015

Il NOSTRO bem Amato Parco.....

Circolo Pescatori Sportivi Manarola
Scarsità di acciughe? Colpe dei pescatori sportivi?
Legga questo presidente.
Coldiretti risponde a Vittorio Alessandro, presidente del Parco delle Cinque Terre
Cinque Terre - Val di Vara - Poche acciughe alle Cinque Terre. Per colpa delle tecniche invasive della pesca di alto mare, attività impattante che impoverisce la presenza di "pane del mare" sottocosta, inguaiando i piccoli pescatori. Questo il succo delle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da Vittorio Alessandro, presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre. Coldiretti, però, non ci sta. A imbracciare il megafono verso via Discovolo è Lorenzo Viviani, pescatore, biologo e consigliere Coldiretti La Spezia. "Come Coldiretti e in rappresentanza di una buona parte di imbarcazioni a lampara che effettuano la pesca dell’acciuga, - incalza Viviani - dissentiamo fortemente con le parole del presidente Alessandro, il quale accusa le imbarcazioni più grandi che svolgono la pesca dell’acciuga del mancato passaggio di questa specie ittica nelle acque che lambiscono il Parco delle Cinque Terre. Questa analisi si discosta molto dalla realtà, che in Liguria è contraddistinta da una presenza massiccia di questa specie ittica, la quale molte volte viene pescata in minor quantità rispetto alle possibilità di cattura del pescatore onde evitare un eccessivo calo del prezzo di vendita all’ingrosso, già di per sé in ribasso a causa della presenza di acciughe provenienti dall’estero, motivo per cui le piccole imbarcazioni non svolgono più questo mestiere scegliendo metodologie di pesca più redditizie. Situazione opposta alla realtà nazionale, dove invece viene evidenziato un calo di tale risorsa. L'incremento delle acciughe in Liguria è accompagnato da un numero limitato di imbarcazioni che svolgono questa tipologia di pesca, una dozzina, molte meno rispetto al ventennio precedente".
Viviani prosegue la sua argomentazione attingendo a piene mani dalla sua formazione di biologo: "La natura migratoria dell'acciuga - spiega - la spinge a spostarsi lungo tutto l’arco ligure fino ad arrivare nelle acque toscane, fino all’Isola d’Elba. I pescatori negli ultimi anni hanno notato un perdurante stanziare delle acciughe nelle acque genovesi, rispetto agli anni precedenti, quando questa specie ittica prediligeva le acque della riviera di levante. Il mancato soffermarsi per lunghi periodi dell’acciuga nelle acque antistanti Monterosso non può essere così facilmente scaricato sulle teste di pochi pescatori, ma va valutato in base ai dati in possesso del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali sulle catture, alle variazioni ambientali, come l’aumento di temperatura delle acque, e all’inquinamento dell’ambiente marino".
Da Coldiretti arriva anche un pungente consiglio al Parco: "La limitata diffusione nell’area del Parco delle Cinque Terre di impianti di depurazione capaci di abbassare il carico organico delle acque reflue, - scrive Viviani - associato ad una letterale invasione di milioni di turisti ogni anno, ci pone delle preoccupazioni più generali sulla salute dell’habitat marino dell’Area Marina Protetta. Come Coldiretti promuoviamo fortemente la cooperazione tra mondo scientifico e quello della pesca i quali, negli ultimi anni, collaborano attivamente allo scopo di creare un lungimirante sfruttamento della risorsa ittica".

2 commenti:

  1. Condivido in pieno l'analisi di Viviani.
    Si e' data la colpa ( almeno in parte ) anche ai pescatori dilettanti .
    Tesi quantomeno azzardata .
    Non vorrei che " dilettanti " fossero .............. altri.
    E intanto si paga per date due colpi di remi dove ci siamo nati e cresciuti.
    Che t'aggio a di' ?


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  2. U SA TÜTTU il presidente del parco, da la colpa ai pescatori sportivi e quindi ai residenti, del calo del pescato. È la cosa più facile da farsi, è come sparare purtroppo sulla croce rossa, in quanto qui nelle 5 Terre non sono mai stati degnamente rappresentati.
    Ovvero un rappresentante nella commissione dell’ Area Marina che valuta proposte e cambiamenti c’è, dall'insediamento del Parco ed è il sig. M. Beppe, nota bene non della categoria dei pescatori professionisti come di fatto fino ad oggi ha operato, ma della comunità, di tutta la popolazione delle 5 Terre.
    In tutti questi anni di Parco, noi comunità non siamo mai stati messi al corrente di modifiche o variazioni di regolamenti che il Parco intendesse effettuare e non ci risulta pubblicamente che alcuna proposta e osservazione fino ad oggi sia stata fatta dal nostro “rappresentante” sia sulla balneazione che sulla pesca amatoriale, ma ci risultano bensì solo sulla pesca professionale. Facciamoci qualche domanda ?!? È chiaro che se non sappiamo niente, le leggi ci vengono imposte senza che sia facile tornarne indietro!
    Al presidente “SA TÜTTU” consiglio di scendere dal piedistallo, di non continuare a difendere l’indifendibile e sopratutto di occuparsi e finanziare VERI DEPURATORI e non di finanziare meri SEPARATORI DI LIQUAMI come sbandiera quello finanziato dal parco a Corniglia.
    Forse nel nostro mare ci sarebbe un’incremento del pescato e noi abitanti, pescatori sportivi, pescatori professionisti ed il nostro mare ci guadagneremmo veramente tutti in salute.

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