A poco a poco ci abituiamo a
sentire e a vedere, attraverso i mezzi di
comunicazione, la cronaca nera della società
contemporanea, presentata quasi con una gioia
perversa, e ci abituiamo anche a toccarla e a
sentirla intorno a noi e nella nostra carne. Il
dramma è nella strada, nel quartiere, nella
nostra casa, e perché no, nel nostro cuore.
Conviviamo con la violenza che uccide, che
distrugge famiglie, rinfocola guerre e conflitti
in tanti Paesi del mondo. Conviviamo con
l'invidia, l'odio, la calunnia, la mondanità nel
nostro cuore. La sofferenza delle persone
innocenti e pacifiche non smette di
schiaffeggiarci; il disprezzo per i diritti
delle persone e dei popoli più fragili non è
tanto lontano da noi; il dominio del denaro con
i suoi effetti demoniaci come la droga, la
corruzione, il traffico di esseri umani – anche
di bambini –, insieme alla miseria materiale e
morale sono moneta corrente. Si uniscono a
questa sinfonia la distruzione del lavoro degno,
le emigrazioni dolorose e la mancanza di futuro.
Da questo panorama non restano fuori neanche i
nostri errori e i nostri peccati come Chiesa.
Gli egoismi più personali giustificati, e non
per questo più piccoli, la mancanza di valori
etici in una società che fa metastasi nelle
famiglie, nella convivenza dei quartieri, dei
villaggi e delle città, ci parlano delle nostre
limitazioni, della nostra debolezza e della
nostra incapacità di poter trasformare questa
lista innumerevole di realtà distruttrici.
siamo in tempo di rflessioni !!!!!!! grande riunione in ALTOA MONTEROSSO, i fantini hanno capito che il cavallo e stanco si fermano alla posta e saltano sul cavallo fresco ? il nuovo che avanza gia puzza di vecchio
RispondiEliminaBeh che male c'è riunirsi a cena in un locale appartato del paese? Magari il gestore del locale già capisce i gusti del prossimo staff amministrativo che anziché il frittomisto gradisce una grigliata. E magari coglie ll'occasione per far gradire anche l'eventuale conto.
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