lunedì 25 aprile 2016

Perché partigiani – oggi – si può essere ancora.

Emanuele Moggia ha aggiunto 15 nuove foto.
2 ore fa

Care concittadine, cari concittadini,
Il 25 Aprile di settantuno anni fa, la lunga lotta per liberare l’Italia dalla dittatura fascista aveva finalmente termine. Una lotta dura, difficile, crudele. Una lotta che aveva visto scorrere il sangue di migliaia e migliaia di donne e uomini, e aveva visto migliaia di giovani vite immolarsi per gli ideali di Giustizia sociale e di Libertà.
Era un mercoledì, quel giorno, un tiepido e soleggiato mercoledì di primavera. Credo che i più anziani di noi riescano ancora a ricordare e rivivere la gioia e la speranza che si diffusero quella mattina per le strade di Monterosso, come in quelle di Vernazza, di Corniglia, di Manarola, di Riomaggiore e di ogni altra parte del Paese. L’incubo della guerra era finito, una nuova Italia stava nascendo.https://www.facebook.com/gentedellecinqueterre/videos/1296726183675244/



Settantuno anni dopo, noi siamo qui nel ricordo di quel lontano mercoledì di primavera.
Siamo qui a dire che non dimentichiamo, che il tempo non ha cancellato, e che noi non ci rassegnamo. Siamo qui per dire che malgrado le delusioni che tutti viviamo sulla nostra pelle, malgrado quello che tutti paghiamo ogni giorno in termini di sacrificio e di disagio sociale, ci sentiamo ancora uomini liberi. Vogliamo essere uomini liberi. Uomini liberi, e come tali cittadini liberi dell’Italia Libera nata il 25 Aprile1945.
Di più: ci sentiamo cittadini liberi dell’Europa, figlia di quei sacrifici. Cittadini liberi dell’Europa pacifica e fatta di nazioni sorelle che i nostri padri hanno saputo creare dalle macerie di un conflitto orribile. Perché, non dimentichiamolo mai, è dalla tragedia dei giorni bui e disperati della Seconda Guerra Mondiale che uomini intelligenti, generosi e lungimiranti hanno plasmato il nostro presente di pace.
Perché l’unico frutto buono di quegli anni di soprusi, di morte, di devastazione è stata proprio l’Unione Europea, nata da quella consapevolezza che i nostri padri avevano maturato: la necessità di essere uniti per scongiurare il ripetersi di ideologie che propugnavano odio razziale, superiorità dei popoli, sete di potere ad uso e consumo di una ristretta cerchia di persone.
E critichiamola pure, la nostra Europa di oggi, ma che sia una critica costruttiva, finalizzata a difenderla, migliorarla e sostenerla. Combattiamo i limiti e le contraddizioni di questa Europa imperfetta e spesso debole, ma che questo sia per farla crescere, per renderla più forte e coesa.
Che questo sia perché ogni monterossino, ogni italiano, ogni europeo possa circolare sereno e in amicizia per le strade di Londra come per quelle di Berlino o di Atene. Che questo sia perché ogni uomo che viene a noi in pace, anche da lontano, possa trovare aiuto, accoglienza, amicizia in un continente pacifico e solidale.
E allora, andiamolo a ricercare dentro di noi, il significato del 25 Aprile. Ritroviamolo nelle nostre coscienze quel legame che ci unisce alla Resistenza. Attraversiamolo ogni giorno, quel ponte ideale che ci riconduce al sacrificio dei Partigiani.
Perché partigiani – oggi – si può essere ancora.

Partigiani di oggi sono tutti quegli italiani onesti, che resistono alle ingiustizie, che resistono e si ostinano a rispettare le regole, quegli italiani che vogliono rispettare le regole, anche se spesso questo può costare loro fatica, può significare una apparente “perdita” di tempo, e può voler dire anche – spesso – pagare di tasca propria.
Perché questi sono quegli italiani che sanno che senza legalità, senza un generoso impegno civile disinteressato, non c’è futuro per una nazione.
Ma tutti noi, se lo vogliamo, possiamo essere come questi italiani di oggi, e come quei partigiani di allora.
Quando siamo disposti a non approfittarci dei beni comuni (che sono di tutti) solo per soddisfare i nostri propri interessi; perché “bene comune” vuol dire coltivare una visione lungimirante, anteporre l’interesse a lungo termine di tutti a quello a breve di pochi, sappiate che quello vuol dire Resistenza e quel giorno è 25 aprile;
Quando siamo disposti ad aspettare anche qualche anno in più, ma non costruiamo manufatti abusivi, perché vogliamo rispettare le regole, sappiate che in quel momento siamo partigiani, perché resistiamo a una via più facile per fare qualcosa, una via più facile ma non rispettosa delle regole comuni: Sappiate che quello vuol dire resistenza e anche quel girono è 25 aprile;
Quando siamo disposti a spendere di tasca nostra ma non scarichiamo abusivamente la fogna nei nostri canali (convinti che tanto poi ‘qualcuno ci penserà’ a sistemare le cose a spese della collettività) ma richiediamo e ci paghiamo l’allaccio, in quel momento siamo partigiani, quel giorno abbiamo fatto la nostra resistenza, e quel giorno è ancora 25 aprile;
Quando rifiutiamo il lavoro nero, quando rilasciamo fatture e ricevute, quando rispettiamo gli orari di apertura e chiusura del traffico e le regole della sosta, li siamo partigiani, quella è la nostra resistenza e quel giorno è 25 aprile;
Quando non abbandoniamo gli ingombranti per strada fuori orario di raccolta, siamo ancora partigiani, quella è la nostra resistenza, e qual giorno è ancora il nostro 25 aprile;
Che sia quindi Resistenza ogni giorno, perché ogni giorno possa essere il nostro 25 aprile!
Resistenza per fortuna non più contro un nemico armato, ma Resistenza contro un avversario ancor più pericoloso. Un avversario che ogni giorno insidia e minaccia gli ideali che sono alle fondamenta della nostra Italia democratica e della Costituzione libera che l’Italia si è data. Un avversario ambiguo, invisibile e temibile che si chiama indifferenza.
Perché è proprio l’indifferenza verso le leggi, verso le basilari regole di una civile convivenza, verso un ambiente pulito e vivibile, quel nemico potentissimo che abbiamo di fronte oggi. Un nemico che non conosce mezzi termini: o lo si contrasta da subito, nel quotidiano, nelle piccole grandi cose di ogni giorno, o diventa invincibile.

E allora riprendiamo idealmente le armi, a Monterosso come ovunque nella nostra nazione e nella nostra Europa. Ma che siano armi di pace, di ragione, di speranza. Armi di progresso, armi di solidarietà.
Combattiamo con tutte le nostre forze la disgregazione morale, il malcostume, la corruzione che avviliscono l’Italia. Combattiamo con tutte le nostre forze la rassegnazione che ci fa pensare che più niente cambierà, che non possiamo fare nulla e che “tanto vale adeguarci” a quello che ogni giorno ci viene raccontato dai giornali e dagli altri media.


Il grande Presidente John Kennedy, ha detto una volta: “Non chiediamoci che cosa il nostro paese possa fare per noi, chiediamoci piuttosto cosa noi possiamo fare per il nostro paese”
Ecco, cari monterossini. Proviamo a farlo anche noi questo passo, proviamo a farci anche noi questa domanda: “Cosa posso fare io, oggi, per il mio paese, per la mia Nazione, per la mia Europa?”. Proviamo ad impegnarci in questa nuova Resistenza. Proviamo ad anteporre al nostro bene personale il bene della comunità. Proviamo a farlo, nonostante le delusioni.
L’Italia e l’Europa possono fare tanto per noi. Soprattutto devono fare tanto per noi. Ma ricordiamoci sempre e soprattutto che l’Italia e l’Europa è ciascuno di noi a farle. Con i propri comportamenti, con il proprio impegno, con il proprio lavoro. Con la propria persona.


Torniamo a guardare al futuro con ottimismo, con speranza, con fiducia. Perché con il pessimismo e con la rassegnazione non si va avanti, non si progredisce. Non si crea. E invece è proprio questo dobbiamo fare, noi, qui, ora.
Proprio questo è il compito storico che la generazione dei Partigiani, la generazione che ha fatto il 25 Aprile, ci ha lasciato. Il compito di creare e mantenere un mondo in cui i nostri figli possano vivere sicuri, liberi e felici, in armonia tra loro e con ogni altro uomo di ogni razza e colore. Anzi: in armonia con ogni altro essere vivente, animale e vegetale, in un pianeta pulito e protetto. In un pianeta amato.
I mesi passati ci hanno portato via alcuni tra gli ultimi protagonisti di quei giorni tragici e meravigliosi della Resistenza. Li ricordiamo con affetto, i nostri Partigiani “Lepre” e “Barbetta”, e guardiamo con malinconia al loro posto vuoto, oggi, vicino alla bandiera dell’ANPI. Sono sempre in meno, a consigliarci, a testimoniare con la propria presenza fisica il debito immenso che l’Italia ha verso di loro e verso coloro che non ci sono più.
Educhiamoli anche nel loro ricordo, e con la loro testimonianza i nostri figli, i nostri figli che saranno l’Italia e l’Europa di domani. Facciamo che il 25 Aprile sia soprattutto la festa dei ragazzi, la festa degli ideali veri e sani che li preparano alla vita adulta.
Onoriamo così la memoria dei caduti e la generosità di chi ha combattuto per noi e per i giovani di oggi.

Il partigiano di Norcia Zaccaria Vernucci, scomparso nel 2011, disse un giorno:
“E quando anche l’ultimo di noi non ci sarà più, se racconteranno altre storie, se tenteranno di manipolare i fatti, beh! Resistete per noi… Nessun passo indietro! [Allora] Toccherà a voi. Sarete voi i testimoni di una storia e una speranza che i vostri padri e i vostri nonni hanno chiamato Italia”


Nessun passo indietro dunque, cari concittadini, e festeggiamo questo giorno con gioia e riconoscenza.
Viva l’Italia, libera e democratica: ora e sempre resistenza, perché – se lo vogliamo – ogni giorno può essere il nostro 25 Aprile!

6 commenti:

  1. Grazie Emanuele sono orgoglioso di avere n sindaco come te. Resisti alla cattiveria e alla ignoranza di certi monterossini.

    RispondiElimina
  2. grazie Sindaco! finalmente siamo un po' piu' liberi, Resistiamo per la completa liberta'

    RispondiElimina
  3. Si va bene.
    Attenti pero' che il troppo stroppia .

    RispondiElimina
  4. La libertà e la legalità non stroppiano e non sono mai abbastanza!!!!

    RispondiElimina
  5. Anonimo delle 12:07.
    E' vero ma possono anche favorire un certo rilassamento che , al momento , non deve esserci anche perché non mi riferivo alla liberta' o legalita' ma a quel senso di appagamento che traspare dalle parole delle 17:58.
    All'occhio !!!!!.

    RispondiElimina
  6. Piero Calamandrei
    „Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione.
    " If you want to go on a pilgrimage to the place where she was born our constitution , they go into the mountains where the partisans fell , in the jails where they were imprisoned in camps where they were hanged . Wherever an Italian died to redeem the freedom and dignity, go there, or young people, with the thought , because there was born our Constitution .PER TUTTI I FASCISTI DI MONTEROSSO E DI TUTTE LE LINGUE E ORIGINI A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE" COMANDATE MOSCATELLI"

    RispondiElimina