sabato 18 ottobre 2014

Quando si parla di messa in sicurezza tutti sono d'accordo, ma alla fine solo una frase regna su tutte: mancano i fondi. Salvo poi trovarli per una galleria ciclopedonale.



Si progetta e si finanzia la pista ciclo pedonale, dimenticandosi la salvaguardia e la messa in sicurezza del nostra territorio


La seconda alluvione a Genova in soli tre anni, il Bisagno che esce
dagli argini negli stessi punti in cui è uscito dagli anni settanta ad
oggi. E poi il Ferregiano, lo Sturla e molti altri torrenti che con le
loro foci soffocate dal cemento hanno di nuovo invaso la città. Ma in
questi utlimi tre anni cosa è stato fatto per la messa in sicurezza?
Colpa dei ricorsi amministrativi si dirà. Ma pare che alla natura
interessi poco del Tar e dei tempi delle pubbliche amministrazioni e
purtroppo lo ha dimostrato.
Il giorno dopo l'alluvione di Genova, l'Allerta 2 è stata estesa a

quasi tutta la Liguria per circa quattro giorni. Per le strade di
Monterosso, che tre anni fa fu sommerso dal fango, come già lo fu
nell'Ottobre del 1966, è iniziato a calare un irreale silenzio. Molti
ristoranti chiusi, tutti i tavolini che d'estate popolano piazzette e
carugi fatti sgomberare, domina la tensione. La gente con con la mente
fissa sulle previsioni meteo. Addetti della protezione civile che
riempiono il paese di sacchetti di sabbia.

Arrivano forti scrosci d'acqua e i polsi un po' tremano, si pensa alla
propria famiglia, al proprio locale, alla cantina, all'automobile, ma
soprattutto si pensa a quanto si gonfiano i torrenti e a come
defluiscono le acque. Nelle scorse settimane un articolo del Secolo
XIX ha ricordato alla popolazione di Monterosso che la magistratura
sta indagando sulla cattiva esecuzione dei lavori di messa in
sicurezza nel post-alluvione del 2011. E questo non incoraggia.
Durante i due violenti acquazzoni che si sono abbattuti su Monterosso,
ci si è accorti di quanto si è fragili di fronte a questi eventi
naturali. Sarebbe bastata una mezzora in più di pioggia e chissà. E
allora appena la pioggia è calata in molti sono accorsi a guardare i
torrenti e i tombini e le caditoie e le griglie. Qualche locale
allagato, molte caditoie tappate (qualcuna senza tubo di scarico). Ma
alla fine è tornato il sereno e la paura è passata. Qualche dubbio
però rimane: i lavori nel post alluvione sono stati davvero mal
eseguiti? Chi controllerà? Ci sono fondi per la messa in sicurezza?
Tutto tace.
Oggi però sul Secolo XIX appare un altro articolo: la Regione Liguria
assegna tre milioni di euro per la realizzazione della pista
ciclopedonale tra Levanto e Monterosso. Qualcuno si arrabbia,
qualcun'altro sorride, qualcun'altro minaccia di trasferirsi e
lasciare per sempre il suo paese.
Dopo quattro giorni di Allerta meteo ad altissima tensione, dove tutti
avevamo la paura di rivivere il 25 ottobre 2011 con la sua ondata di
fango, distruzione e morte, leggere che ci sia la volontà di
utilizzare tre milioni di euro per una pista ciclopedonale invece che
per la messa in sicurezza del territorio fa male. E' come un colpo
basso. Non si parla della Via dell'amore chiusa da due anni per frana,
non si parla dei famosi sentieri battuti da turisti di tutto il mondo
sempre più abbandonati al loro destino, non si parla nemmeno dei
famosi muretti a secco che per secoli sono stati la vera struttura
drenante di un territorio fragile ma che l'uomo delle 5 terre ha
saputo con la sua arte conservare ed evitare che rovinasse franoso a
mare. Non interessano le valli o i torrenti, la sicurezza di famiglie,
case e attività commerciali, dei turisti. No! si pensa ad una galleria
ciclopedonale. Va costruita e va costruita in fretta e per esse certi
di costruirla meglio farci passare il tubo che convoglierà la
fognatura di Monterosso nel depuratore di Levanto. Non importa se
forse costerà di più che fare un depuratore a Monterosso, non importa
se occorrerà pompare in salita i liquami; l'importante è che i turisti
possano circolare in bici tra un paese e l'altro. Ma alla sicurezza di
questi turisti chi ci pensa? E alla nostra?
In un paese come l'Italia costretto a vivere ogni giorno emergenze
come terremoti ed alluvioni, in una zona come la Liguria dove
purtroppo le alluvioni sono sempre più distruttive, vedere che due
Sindaci in tutta tranquillità pensano ad una pista ciclopedonale, ci
fa capire che questa è l'Italia che non vogliamo. Pensiamo che sia
arrivato davvero il momento di essere normali, di pensare che la
sicurezza di un paese, di una città e dei loro abitanti vengano prima
di tutto. Prima del turismo, prima delle fognature, prima di ogni
altra cosa. Senza sicurezza non c'e' futuro. Pensiamo che sia giunto
il momento di dare la priorità ad un territorio, che non è fragile di
per sè, ma che è ormai debolissimo e crolla sotto i colpi di inteventi
sbagliati, di continue colate di cemento, ma anche e soprattutto di
incuria. Quando si parla di messa in sicurezza tutti sono d'accordo,
ma alla fine solo una frase regna su tutte: mancano i fondi. Salvo poi
trovarli per una galleria ciclopedonale.


E dopo tanto parlare e fantasticare, NON sappiamo neanche fare prevenzione...la caditoia della galleria è piena di terra, e se ne è accorto un FORESTO ! che ci ha inviato le foto....

8 commenti:

  1. Finalmente. Fa ben sperare leggere un articolo che meta l dito nella piaga del progetto più scriteriato che si potesse concepire.
    Progetto oltretutto che sotrarrebbe fondi per opere di salvaguardia ( sicurezza del terrirorio, deflusso delle acque, sistema fognario ), per realizzare un' opera inutile e in prospettiva sicuramente dannosa.
    Ciclo turisti ? e questa sarebbe la riscoperta delle radizioni ?
    Scarichi fognari convogliati a Levanto ? Magari contro pendenza ?
    ma come si fa a immaginare simili balordaggini ?
    Onore al blog che ha il coraggio di denunciare una simile sconcezza, già benedetta dai media assistiti

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    1. Immagino volesse dire tradizioni e non radizioni. DA un po di tempo nella politica ligure in particolare, l'unica tradizione è di fare qualcosa che è stato deciso in altre sedi da un politico o una cerchia di politici. E contro di quelle decisioni nulla è possibile. Ci sarebbe quasi da pensare che siamo tutti soggetti a un disegno in mano a un potere occulto. Se fosse...dobbiamo solo sperare che... al momento un pezzo da 90 è in attesa di giudizio... lasciamoli lavorare!!!

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    2. Si , mi scuso per il refuso : intendevo " tradizioni ".
      Anche io ho la medesima sensazione : il livello locale subisce direttive nate altrove.
      Non si spiega diversamente l' adesione a progetti assurdi.
      Questo, in particolare, sarebbe il suicidio di Monterosso.
      Voglio sperare che la nuova amministrazione valuti bene la posta in gioco.
      Una ennesima speculazione non la vale una pazzia di questo genere.
      Il fatto che destra e sinistra ( vuoti simulacri senza significato ) possano essere d'accordo, puzza quant'altro mai

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    3. amico mio!! c'e' differenza...eccome tra destra e sinistra!!!! Ma a parte cio' concordo pienamente con chi ha denunciato con " lucidita " l'assurdita' di questo progetto che e' solo frutto di TESTE "vuote "e senza " sugo " . Ci sono priorita' inderogabili che meritano l'attenzione e l'impegno dei nostri nuovi amministratori. Una dichiarazione di attenzione non significa sposare una causa ma...io spero che il nostro Sindaco non si faccia ......distrarre!!!!!!!!!!!!!!

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  2. vedo che la mia risposta è saltata.
    Non c'è nessuna differenza tra destra e sinistra , sono illusioni, e non dico solo io.
    La differenza la fanno gli uomini.
    Il progetto della galleria è una assurdità e mi attendo, con speranza, che la nuova amministrazione non la avalli.
    Sarebbe un colpo pesante contro Monterosso :
    i fatti sono ostinati , bisogna tenerlo a mente

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  3. Sul Secolo ixi di oggi è apparso un articolo dove Nicola Busco responsabile dell'Italia dei Valori esprime il suo disappunto relativamente alla spesa di 3 milioni di Euro per la costruzione di una pista ciclopedonale da Monterosso a Levanto soprattutto perché come spiega, il paese di Monterosso vive ancora la paura per quattro gocce d'acqua, i lavori non sono stati fatti a regola d'arte e la gente teme una terza alluvione.
    Ciò che vorrei far presente è che oltre vivere la paura, da qualche anno stiamo facendo una vita insostenibile, i nostri amministratori pensano a farci andare a Levanto in bicicletta e non siamo in grado di andare in stazione a prendere i nostri figli quando arrivano da scuola con il treno e sta piovendo. Mentre chi vive in via IV novembre o in via Molinelli, ha la sfacciataggine fra un mese di venire in paese a giocare a carte con la macchina. Chi vive nel centro storico e arriva con la spesa non è in grado di portarla a casa se non prende un taxi. Se la sacra via Roma non è idonea come le altre strade di essere transitata con una macchina di noi mortali, allora chiediamo prima di darci una pista ciclabile Monterosso Levanto che ci venga data Via Roma carrabile come la via Molinelli e la via iv novembre.

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  4. Tutto giusto quello che avete scritto, ma un punto deve essere chiaro :
    la galleria non solo non serve, ma sarebbe anche dannosa

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