giovedì 24 dicembre 2015

Ciao Giovanni, un altro pezzo di storia di Monterosso ......in PARADISO

dal secolo xix on line di oggi

Addio a Currarini, fenomeno di un calcio che non c’è più



UN ALTRO pezzo di fiaba “bianca” che se ne va. Si è spento ieri all’ospedale di Levanto, dopo lunga malattia, Giovanni Currarini, 79 anni, 153 presenze e 20 gol nello Spezia. Un personaggio che ha vissuto sempre a Monterosso, paese a cui si lega una parte indelebile della lunga linea bianca, per un decennio, dal 1952 al 1962. Uno di quei calciatori dotati palla al piede, come forse oggi se ne vedono pochi. Interni di centrocampo, li chiamavano una volta, e lui in quel ruolo dominò a lungo per sette stagioni al Picco. Una carriera legata anche al gemello Attilio, fin dalla loro nascita, il 5 agosto del 1936.
Fino alla gara d’addio, quella del 3 giugno 1962, a 10 anni dall’esordio in maglia bianca. Contraddistinse un’epoca che oggi è perfino difficile da raccontare. Come i suoi gol pochi ma belli, 20 in tutto. I gemelli erano molto noti nel calcio di C e B, ma non solo; segnarono anche in coppia, il 15 marzo del 1953, in un derby con la Carrarese che resta memorabile per chi l’ha visto. Realizzò prima lui, pareggiò Grillone, al 71’ mise la parola fine Attilio. Si narra, ma non sembra sia leggenda, che durante una gara si scambiarono anche la maglia; uno giocò il primo tempo, l’altro la ripresa, senza che nessuno notasse nulla, appena diciottenni, tanto erano uguali. Passò in pochi anni dallo Spezia di Zennaro, Fiumi, Nevano, Mocca, fino a quello di Lorè, Aquilani, Incerti, Derlin, Campioli. Epoche di calcio fascinoso.
La vita lo aveva portato a un lavoro in Cassa di Risparmio, per volere dello sportivissimo direttore Catellani. Perché quando oramai le scarpe erano al chiodo, lui ne aveva rispolverate altre e con Dell’Omodarme, Rolando e altri, compreso l’ex senatore Grillo, capitano, si era buttato nel trofeo Interaziendale come fosse una coppa nazionale, sfoderando quel calcio che molti gli avevano visto giocare al Picco. «Eravamofortissimi e vincevamo in tutta Italia contro le altre squadre di bancari. Giovanni è stato una grande mezz’ala e un grande amico» lo ricorda commosso Grillo.
Currarini chiuse il calcio vero nello Spezia un pomeriggio al Picco contro il Rimini, in una gara risolta da Zennaro proprio al 90°, per una vittoria che non serviva a nulla e che non cancellava la retrocessione in quarta serie. Lui andrà alla Torres.
Nel 1960, però, forse aveva sprecato la grande occasione. Il 17 luglio del 1960, Cina Bonizzoni, tecnico del Milan, se l’era portato dietro per una tournè in Svezia, per studiarlo da vicino, indirizzato pare da Nereo Rocco. Sundsvall-Milan finì 2-4 ma basta leggere la formazione rossonera per capire dove Currarini era arrivato: Barluzzi, Bertoni (De Angelis), Zagatti, David, Cesare Maldini, Liedholm, Vernazza (Reina), Currarini (Radice II), Altafini, Galli (Bacci), Maraschi (De Paoli). Fornì, con la sola finta del corpo, la palla ad Altafini del vantaggio. ‘Cina’ non lo fece giocare contro il Malmoe, ma lo rimandò dentro nella successiva sfida contro il Degesford. Il treno rossonero passò, invano. Oggi è un centenario aquilotto in più nello stadio dei sogni.
Giovanni, vedovo, lascia i quattro figli Nicholas, Marco, Lina e Flavia. I funerali oggi, alle 10.30, nella chiesa di San Giovanni Battista di Monterosso. Ai familiari le condoglianze delSecolo XIX.

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