«Noi spalavamo fango e loro facevano affari»

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Alluvione a Monterosso, Regione e Comune chiedono i danni all’ex sindaco

La Spezia - Regione e il comune di Monterosso sono pronti a chiedere il conto all’ex sindaco Angelo Maria Betta e al resto delle persone, tra tecnici e imprenditori, coinvolte nell’inchiesta sui lavori post alluvione 2011.

Il giudice per l’udienza preliminare Mario De Bellis ha accolto le richieste di costituirsi parti civili presentate dagli enti. Poi ha rinviato per discussione al 12 novembre prossimo, quando si deciderà in meritoall’eventuale rinvio a giudizio del primo cittadino dell’epoca, dell’ingegnere Andrea Cerchiai, il tecnico comunale Marina Ajtano ed Eugenio Biagioni, amministratore della Nec srl che ha portato avanti i lavori, risultati poi irregolari, sul torrente Morione, in località Pastanelli.

Il sostituto procuratore Tiziana Lottini, titolare del fascicolo, ha contestato anche la responsabilità amministrativa all’impresa con sede a Follo, ritenendo che abbia accumulato «un ingiusto profitto».

L’indagine ha raccontato una classica storia all’italiana, in cui amministratori e professionisti, messi di fronte a un disastro (l’alluvione del 25 ottobre 2011 provocò 11 vittime nello Spezzino), avrebbero taroccato documenti pubblici riguardanti le «briglie selettive» realizzate lungo il canale Morione, al fine di mettere in sicurezza l'abitato di Monterosso.

Nel gennaio scorso erano scattati gli arresti ai domiciliari per Cerchiai, Ajtano, Biagioni e Roberto Grausen, ingegnere residente a Carrara già uscito dal fascicolo grazie a un patteggiamento a 8 mesi di reclusione. Tutto ruota attorno a una serie di falsi, culminati poi in una truffa ai danni dello Stato che sarebbe stata messa a segno da Cerchiai e Biagioni.

Secondo i finanzieri del Gruppo, i due avrebbero gonfiato la documentazione relativa ai lavori di scavo del materiale movimentato sul torrente. L’ammontare calcolato è 224 mila euro. Gli investigatori ritengono che i metri cubi spostati però sarebbero stati meno.

Il collegio difensivo, composto dagli avvocati Andrea Corradino, Silvia Rossi e Luca Pietrini, ieri ha chiesto un rinvio tecnico al giudice De Bellis preannunciando una discussione «molto lunga». L’attuale sindaco di Monterosso, Emanuele Moggia, ha incaricato il legale Alessandro Civitillo a tutelare gli interessi del Comune, mentre la Regione si è messa nelle mani dell’avvocato Tullio Truppa

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vi ricordate

PREsSAPOCHISTI !

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Scandalo lavori post alluvione Monterosso: «Noi spalavamo fango e loro facevano affari»

Patrizia Spora

Monterosso - Non si parla d’altro, a Monterosso, il giorno dopo i quattro arresti nell’ambito dell’inchiesta della guardia di finanza sulla gestione dei fondi pubblici del post alluvione. Nei bar e nelle piazze del borgo le persone commentano a voce bassa, ma tanta è la curiosità, quasi morbosa. Si cerca di capire e analizzare quanto accaduto in Comune, nel confronto tra chi sorpreso non riesce a credere all’accaduto e chi, invece, dice che prima o poi doveva succedere perché «alcune delle opere del post alluvione sono paciughi, lavori visibilmente fatti male, e in alcuni casi incompleti, come appunto la griglia del torrente Morione, e i lavori nella scuola elementare».

A Monterosso si discute, e quello che oggi fa più male per molti è il fatto che «mentre tutti noi, ragazzi e meno giovani eravamo a spalare per rimettere in piedi il paese - spiega un signore che non nasconde la rabbia e la delusione - c’era chi invece si preoccupava di fare affari personali con i finanziamenti pubblici e le donazioni in buona fede di molti volontari».

Il sindaco, Emanuele Moggia, alla guida del Comune dallo scorso maggio, ieri mattina era in ufficio, al lavoro con la sua squadra di giovani per gestire questa nuova emergenza di Monterosso: «Quando ci siamo insediati nel maggio scorso, nel prendere visione di alcuni documenti ci erano venuti dei dubbi, confermati poi dall’articolo del Secolo XIX dello scorso luglio che parlava appunto di un’indagine della guardia di Finanza e della procura su presunte irregolarità nella gestione dei soldi - spiega Moggia -. Abbiamo piena fiducia nella magistratura e siamo a disposizione della Guardia di finanza, nel possibile e eventuale processo stiamo valutando la possibilità di costituirci parte parre civile.

I cittadini più volte ci avevano chiesto spiegazioni e rassicurazioni sui lavori pubblici, perché non si sentivano sicuri, ora dovremo riverificare alcuni lavori già effettuati, verificare le pratiche dei lavori ancora da terminare sul post alluvione e sospenderle se necessario visto che abbiamo ancora un milione di euro da spendere in queste opere».

Tra quelli che lamentavano irregolarità, pronti a parlare oggi come nei mesi scorsi, c’è Nicola Busco dell’ Italia dei Valori: «Avevo denunciato delle irregolarità e delle situazioni poco chiare, come la griglia del torrente Morione, ma oltre a non essere ascoltato ero anche stato isolato; ora ho ricevuto molte telefonate di solidarietà. Ma quanto accaduto oggi è una sconfitta morale per tutta la nostra comunità, l’auspicio ora è che la magistratura riesca a fare piena chiarezza affinchè il paese possa risollevarsi rapidamente»
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