domenica 25 ottobre 2015

la figura di Don Attilio al quale è dedicata questa giornata e che è parte di questo oratorio che oggi torna alla comunità”.

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"L'alluvione ha spezzato muri ma non la comunità" | Foto

A quattro anni dall'alluvione riaperto l'oratorio di Casale di Pignone che fu sventrato dalla furia di acqua e fango.
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Cinque Terre - Val di Vara - E' stata una cerimonia a tratti toccante quella che ieri ha preceduto il taglio del nastro per il nuovo oratorio di “Nostra di Signora della neve” nel borgo di Casale a Pignone, straziato dall'alluvione del 25 ottobre 2011. In quella tragica giornata la furia di acqua, tronchi e detriti invase il paese e i primi piani delle abitazioni, riempì la chiesa di San Martino e strappò via una parte della struttura facendone un simbolo della tragedia che colpì la Val di Vara e le Cinque Terre. 
“Molte cose sono state fatte, molte altre restano ancora da fare – ha esordito Mara Bertolotto, sindaco di Pignone – ma questa giornata rappresenta un momento di rinascita per tutta la Val di Vara. Abbiamo vissuto sulla nostra pelle l'alluvione e in questo giorno voglio ringraziare la Curia che ci ha sostenuti in questa opera di recupero e ricordare Don Attilio, mancato poco tempo fa, che in quei giorni rappresentò un punto di riferimento per la comunità. Il pensiero – ha aggiunto – va anche a tutte le persone che hanno lavorato per la rinascita di questo luogo, sperando che quello di oggi possa rappresentare un altro passo importante per il completamento degli interventi per la mitigazione del rischio idraulico che deve venire prima di tutto”. Al termine del suo intervento Bertolotto ha inoltre reso omaggio ad Antonio Pellegrotti, suo precedessore presente in piazza, che affrontò con coraggio e determinazione i giorni dell'emergenza e della ricostruzione e che ebbe anche il merito di accogliere con convinzione i tanti volontari, in particolare gli ultras dello Spezia (presenti con una delegazione), che salirono al paese per spalare fango ed aiutare la popolazione. 
“In quel periodo del 2011 ero alluvionato a Genova – ha invece ricordato il vescovo Palletti – oggi però partecipo con grande gioia a questo momento che è anche di ricordo di fatti dolorosi dai quali è partita la rinascita grazie a legami fortissimi. Quando arrivai nel 2012 feci subito un giro da queste parti e rimasi molto colpito dalle condizioni dell'oratorio sventrato dall'acqua e ricostruito grazie alla sensibilità e al lavoro di chi mi ha preceduto. Sarebbe stato bellissimo – ha concluso – avere qui con noi don Battolla che tanto ha fatto per Casale ma è comunque importante ricordarlo di fronte alla sua gente perché l'alluvione ha spezzato tanti muri ma non la comunità che ha saputo rialzarsi”. 

Il Prefetto Lubatti, a nome dello Stato rappresentato anche dal Questore e dalle Forze dell'ordine, ha invece portato il suo saluto in un giorno di “ricordo e rimembranza” ma anche di “gioia e rivincita ottenuta grazie alla volontà di tutti”. “Il futuro – ha aggiunto – passa attraverso la prevenzione per evitare che si ripetano fatti analoghi. Dobbiamo convivere col rischio ma l'imperativo è quello di essere pronti ad ogni emergenza”. 
“In questi momenti emerge fortemente il senso di comunità – ha proseguito l'assessore regionale Giacomo Giampedrone, giunto con i consiglieri Costa e De Paoli – situazioni dalle quali si capisce il valore del senso di appartenenza e il lavoro fondamentale che i sindaci svolgono sul territorio, facendo sforzi immani per la tutela dei propri cittadini. Il senso del rischio negli ultimi anni è cresciuto ma ogni giorno cerchiamo di mitigarlo e limitarlo: Pignone ad esempio è coinvolto nella messa in sicurezza del territorio con un progetto da 200 mila euro per briglie selettive da posizionare a monte. Lavoriamo con umiltà consapevoli di dover convivere con il rischio residuo – ha aggiunto ringraziando anche i volontari della protezione civile – ma è fondamentale non dimenticare quanto avvenuto qui e negli altri territori della provincia e della Liguria”. 
All'inaugurazione hanno presenziato anche il sindaco di Monterosso ed altri della Val di Vara mentre fra le tante persone che quattro anni corsero in aiuto di Pignone e Casale ieri c'era anche Federico Barli, ex assessore provinciale che fu fra i primi a raggiungere il borgo all'indomani dell'alluvione per aiutare la gente a spalare fango e a liberare la chiesa di San Martino. 

Particolarmente significativo infine l'intervento di Angela Acordon della Soprintendenza, che ha ripercorso le fasi della ricostruzione e ricordato: “Devo ringraziare l'ex sindaco Pellegrotti che ci mise le condizioni di arrivare qui nonostante tutte le difficoltà. All'inizio non era scontato arrivare a questo punto dopo quattro anni e non bisogna dimenticare il ruolo dell'ex Prefetto Forlani, che fu un faro per la Val di Vara, e la figura di Don Attilio al quale è dedicata questa giornata e che è parte di questo oratorio che oggi torna alla comunità”. 

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