UN EURO speso in prevenzione fa risparmiare fino a cento euro in riparazione dei danni: non è solo una frase adatta ai tempi, ma anche uno dei principi sui cui si regge il FAI, Fondo Ambiente Italiano. In giorni in cui la cronaca porta alla ribalta ancora una volta tragedie provocate dal dissesto idrogeologico, spicca ancor di più quanto sta accadendo a “Case Lovara” a Punta Mesco, 45 ettari di terreno e tre fabbricati rurali situati a 248 metri sul livello del mare, che il FAI ha ricevuto in donazione nel 2009. Siamo lungo il sentiero costiero che collega Levanto a Monterosso (La Spezia), luogo in cui si inerpicano a migliaia i turisti provenienti da ogni parte del mondo, zaino, scarponi tanto fiato e voglia di scoprire un paesaggio unico: arrivati a “Case Lovara” non c’è più un gruppo di case diroccate sommerse da vegetazione, ma un sito pilota per il recupero di un insediamento agricolo rurale.

Ieri è stato presentato lo stato di avanzamento dei lavori iniziati la primavera scorsa per il recupero anche strutturale di questa vasta area di paesaggio storico-agricolo tipico del Parco Nazionale delle Cinque Terre. Dopo la bonifica dei terreni e la messa in sicurezza degli edifici, ecco i primi risultati: il ripristino dei terrazzamenti e il restauro degli edifici. Il cantiere è stato allestito sfidando la conformazione del sito, impervio e difficilmente accessibile: l’edificio più antico, molto lesionato a causa del dissesto del suolo e degli anni di abbandono, è sottoposto a un attento restauro conservativo delle parti superstiti che necessitano rinforzo, mentre le sezioni crollate saranno ricostruite con tecniche e materiali tradizionali. Già conclusa la perforazione del suolo per la realizzazione di due pozzi, dove saranno installate delle pompe di sollevamento dell’acqua per l’approvvigionamento idrico. Sono in corso le lavorazioni preliminari di pulizia delle parti rovinate, la disinfestazione dai rovi e dalla vegetazione infestante e il recupero dei materiali storici, e procede l’accurato lavoro dei mastri muratori che, con antica sapienza, restaurano i lunghi muretti a secco. Funzionali alla conservazione dei tradizionali terrazzamenti destinati alla coltivazione di orti, ulivi e vite, i muretti a secco sono indispensabili per contrastare il dissesto idrogeologico. E ancora gli ulivi: in piantumazione più di 60 nuove piante di varietà tipiche del territorio, diventeranno un uliveto anche grazie al contributo di uno sponsor (Lucart). Attive costantemente sono inoltre le attività ordinarie di mantenimento del compendio agricolo: lo sfalcio manuale dell’erba, la cura degli alberi, la pulizia dei sentieri e del greto dei torrenti. Con un’attenzione particolare alla salvaguardia da parte di animali, le aree già recuperate sono state recintate per impedire l’accesso ai cinghiali.
Il primo lotto di lavori del futuro
agriturismo di “Case Lovara”, reso possibile grazie al significativo contributo di Fondazione Zegna, terminerà nella primavera 2016; il progetto vede la collaborazione di due importanti istituzioni accademiche, il Laboratorio per il Paesaggio e lo Spin Off Horizons della Scuola di Agraria dell’Università di Firenze e l’Università di Genova, Dipartimento di Scienze per l’Architettura — DSA.