mercoledì 17 aprile 2013

Sassi per i muretti a secco


Cinque Terre, dal Parco i sassi per i muretti a secco

L'ente fornirà gratuitamente ai contadini e alle aziende pietra proveniente dalle cave di arenaria di Carrara.
Cinque Terre - Riviera di Levante - Non sono solo le piogge e l'abbandono a provocare la caduta dei muretti a secco delle Cinque Terre.
Tra le criticità riscontrate dai contadini vi è sicuramente quella di reperire pietre adatte, ossia "giovani", "resistenti" e rispettose dell'estetica tradizionale. 
Spesso infatti il crollo di queste straordinarie opere di ingegneria secolare è dovuto all'erosione causata dal tempo e dalle condizioni atmosferiche.
E' per questo che l'ente Parco delle Cinque Terre ha stipulato un accordo con una cava di pietra arenaria di Carrara al fine di distribuire gratuitamente il materiale per la ricostruzione dei muretti a secco ai proprietari di terreni all'interno dell'area protetta. L'iniziativa ha la finalità di sostenere le attività che contribuiscono alla manutenzione del territorio.
A breve sarà attivata la procedura per ottenere il materiale lapideo. 

I muretti a secco

Il sistema dei terrazzamenti è stato costruito, a partire dall’anno Mille, di sole pietre e terra. Nulla è stato importato. Il materiale costitutivo dei muretti è principalmente arenaria, scavata sul posto e spezzata solo se troppo grande. La poca terra reperibile in loco è stata accuratamente setacciata e accumulata nelle terrazze, sopra ad uno strato di vegetazione interrata al fine di rendere il suolo più ricco. Un tale sistema di livellatura del suolo, oltre a permettere di ottenere strette strisce di terra coltivabili, definiti nell’uso dialettale ciàn, ha permesso per anni di regolarizzare i flussi idrogeologici e il naturale corso delle acque meteoriche. 
L’area terrazzata nel corso dei secoli ha raggiunto la superficie massima di circa 2000 ettari, ed ha interessato una fascia costiera fino all’altezza di 450-500 metri sul livello del mare, partendo a volte da pochi metri dalla riva. Nonostante le vaste porzioni interessate dalla sistemazione a terrazze poste in essere alle Cinque Terre, le condizioni di lavoro a cui sono stati sottoposti i contadini della zona sono state estremamente dure, a causa anche della difficile, e spesso impossibile meccanizzazione del lavoro agricolo. La vite, l’ulivo e gli agrumi, principali colture dell’area in questione, con una netta prevalenza della viticoltura, sono state coltivate con gli antichi saperi di secoli fa, con pochissime modifiche rispetto alle innovazioni tecnologiche che hanno invece dominato settori agricoli di altre aree d’Italia.
Questa monumentale opera dell’uomo, che ha modellato la verticalità dei pendii in un numero enorme di piccoli e minuscoli appezzamenti di terra sostenuti ognuno da un muretto a secco, è ad oggi minacciata dall’abbandono. Un sistema come questo, se non viene costantemente tenuto in efficienza e mantenuto, subisce un rapido degrado, spesso irreversibile.

fonte CDS on line

1 commento:

  1. iniziativa importante del Parco che si scontra con la realta'monterossina dove per andare come si dice, IN te' TERE, con le attrezzature magari si fanno, per chi se lo puo' permettere, 10 km!!!
    Non e' che uno va in campagna con la macchina fotografica. C'e' poi il collegamento con la " cantina " che e' luogo di raccolta degli strumenti per lavorare i terreni e dove si fa' il vino e si depositano le olive raccolte.
    Qualche intelligenza ha pensato bene che, il presidio del territorio, non e' importante per l'economia e lo sviluppo del nostro paese. Ora che la situazione sta' precipitando vorrei che mi si dicesse a CHI serviranno questi sassi!!!!!

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