martedì 2 aprile 2013


Mi trovavo mercoledì sera con mia moglie, insieme ad altre migliaia di persone, ad ascoltare il concerto degli Stadio a San Terenzo. Sicuramente pensavo che avrei trascorso una bella serata di musica, con le canzoni di un gruppo che, dalla fine degli anni settanta ad oggi, ha saputo fare musica di grande qualità e contenuti, quel pop-rock d’autore che ha fatto da laboratorio di canzoni anche per altri grandi della musica italiana, da Vasco Rossi a Patty Pravo, da Guccini ad Irene Grandi, da Lucio Dalla alla Pausini, tanto per citarne alcuni. Certamente non mi aspettavo nelle due ore e mezzo di concerto- Curreri, Fornili, Drovandi e Pezzoli, insieme a tutta la loro band non si sono risparmiati, a differenza di tanti altri musicisti che si limitano al minimo sindacale- di sentire da Gaetano Curreri, leader storico del gruppo, tante riflessioni e spunti che non fanno il 90% degli uomini politici italiani a cominciare, purtroppo, da quelli del mio partito, il Pd.

Sentir parlare di difesa della Costituzione, di regole che vanno bene così, del bisogno semmai di introdurre un articolo sul “diritto alla felicità” come nella Costituzione americana o di Patria ed Unità d’Italia, a fronte di una immaginifica Padania, paragonata impropriamente alla Catalunya, mi hanno emozionato non meno delle bellissime canzoni della band emiliana.

La canzone che mi ha toccato di più è stata sicuramente “per la Bandiera” dedicata ai ragazzi della scorta di Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, massacrati dalla mafia a Capaci sabato 23 maggio 1992. Forse non è fra le più note, ma fa pensare molto alla nostra Italia. Uno dei ragionamenti più azzeccati di Curreri è stato quello sulla cultura, che qualcuno in Italia crede si riduca al “Grande Fratello”, all’”Isola dei famosi” – che differenza fra l’amministrazione di Lerici con Emanuele Fresco, che si merita un bel 9 per il concerto di mercoledì, e quella di un comune rivierasco di centro-destra che ha proposto le selezioni per questa orrenda trasmissione televisiva!- ai tronisti: c’è bisogno di più concerti come quello di ieri sera, ma anche di musica classica o opera, come fanno tante altre amministrazioni progressiste della provincia spezzina, magari tacciate di essere sprecone dalla destra nostrana, per fare stare insieme la gente- famiglie con bambini, giovanissimi, persone nell’età matura.

Un altro momento molto bello che mi ha sorpreso, anzi stupito, è stata la citazione della lettera di San Paolo ai Corinzi sull’amore che non ha mai fine. In un Paese che qualcuno vorrebbe sempre più incupito, incarognito e rancoroso, dove la politica si gioca, nell’indifferenza della gente, sulle cucine o i tinelli o le case monegasche, gli Stadio hanno detto parole di speranza, come quelle sull’acqua bene di tutti, regalatoci da nostro Signore Gesù Cristo o quelle sul rispetto, insieme all’amore, dovuto a tutte le donne. Concetti che il pubblico della spiaggia di San Terenzo ha salutato con applausi prolungati.

Come democratico vorrei che i miei compagni ed amici non lasciassero a musicisti pur bravi come gli Stadio questi valori. Perché questo nostro Paese ha un disperato bisogno d’amore e noi dobbiamo amarlo di più, insieme al suo popolo!

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