Maxi parcheggio a Monterosso
la Procura sequestra il cantiere
La Regione, dopo l'alluvione, aveva deciso di stoppare i lavori per questioni di sicurezza, ma il Comune aveva acconsentito alla prosecuzione. Ora l'intervento della magistratura
di THOMAS DE LUCA e MARCO PREVE
Nel cuore di uno dei paesi devastati dall’alluvione il cantiere per un maxi parcheggio da 300 posti era stato aperto a 4 metri da un rio “dimenticandosi” che in quella zona le norme imponevano, salvo studi aggiuntivi qui assenti, una distanza di almeno 40 metri dal corso d’acqua. E quando la Regione, dopo l’alluvione, ha stoppato il cantiere, l’amministrazione ha acconsentito che proseguisse.
Per questi motivi ieri mattina, la procura di La Spezia ha fatto sequestrare il cantiere del parcheggio in zona Loreto, a Monterosso, nelle Cinque Terre. La costruzione della struttura è da tempo al centro di aspre polemiche tra l'amministrazione comunale di centrodestra, le forze politiche dell'opposizione e alcuni gruppi di cittadini.
Le contestazioni per il presunto mancato rispetto delle norme e i presunti abusi edilizi riguardano al momento il direttore dei lavori, l’architetto Angela Zattera e l’imprenditrice genovese Simona Pascucci a capo della società Monterosso Park. Ma le indagini dei pm Tiziana Lottini e Luca Monteverde sono ora dirette nei confronti degli amministratori che non avrebbero vigilato sul rispetto delle norme.
Le discussioni attorno ai lavori si erano accese con vigore all'indomani dell'alluvione di fine ottobre che ha investito il borgo delle Cinque Terre. Nelle settimane successive al disastro, infatti, le operazioni di sbancamento e edificazione della struttura erano riprese, con l'approvazione del sindaco Angelo Maria Betta, scatenando i malumori di chi sosteneva che il cantiere era stato interessato dall'alluvione.
Oltre all’assenza dell’autorizzazione per poter costruire entro 40 metri dal rio Balanello (che non esondò direttamente, mentre uscì dagli argini il Morrione di cui il Balanello è un affluente assieme al Pastanelli) i sigilli sono scattati per il mancato rispetto allo stop impostodalla Regione dopo l’alluvione. Nonostante in un primo tempo il Comune avesse inserito l’area tra le zone alluvionate, successivamente era stata cancellata e il cantiere autorizzato a ripartire perchè, secondo il sindaco la sua realizzazione avrebbe addirittura fortificato la collina soprastante.
"Ho appena appreso la notizia - afferma Betta, che non si trova a Monterosso - e non so quali siano i motivi del provvedimento della Procura, ma credo che il Comune non sia coinvolto. Nelle settimane scorse ho dichiarato che l'area non è stata interessata dall'alluvione? Infatti è così".
"Oggi ai cancelli sono stati posti i sigilli - spiega il procuratore capo Maurizio Caporuscio - per motivi di ordine giuridico sui quali sta lavorando la nostra sezione specializzata".
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